Carlo Scarpa
Vaso in vetro lattimo con decoro di murrine ad anelli concentrici, orlo applicato in vetro blu

Carlo Scarpa entra alla Cappellin nel 1926 e modifica progressivamente la produzione, sia nelle forme sia nei materiali, prediligendo quelli opachi con lievi tratti decorativi. Come spesso succede, non tutti i critici reagiscono positivamente alla novità, lontana dalla trasparenza e dal senso di leggerezza tipica dei vetri muranesi. Non mancano comunque lodi e riconoscimenti adeguati da parte di personaggi altamente qualificati. Tra i tanti Gio Ponti esalta le forme elementari e semplici delle ultime creazioni delle fornaci di Cappellin, che rendono ancor più seducenti le qualità dei suoi vetri.
Bibliografia
Marina Barovier (a cura di), Carlo Scarpa. I vetri di Murano 1927-1947, Il cardo,Venezia 1991, p. 61, n. 10.