Sirio Tofanari
Babbuini

Sirio Tofanari si ispira ai bronzi giapponesi per la stilizzazione realistica del suo vivace e serrato gruppo dei Babbuini. La sua vocazione di scultore animalier è piuttosto precoce, nel primo decennio del Novecento frequenta gli zoo di Parigi, Londra e Anversa. Nel 1908 presenta i suoi animali all’Esposizione Torricelliana e l’anno seguente è accolto alla Biennale di Venezia. Tofanari riscuote molto successo fino al 1914, data della sua chiamata alle armi. L’opera Babbuini viene acquistata alla Biennale romana nel 1925 da sua Maestà il Re e conservata nelle collezioni del Senato a Palazzo Madama.
Tra gli animalier italiani, Tofanari è l’unico che imprime alle sue opere sentimenti e interpretazioni psicologiche che molti critici dell’epoca – Roberto Papini, Ugo Ojetti, Carlo Carrà e Arturo Lancellotti – sottolineano positivamente. Grande esperto di patine, nella sua collezione sono più volte modellate diverse razze di scimmie, riconoscendo almeno cinque opere di soggetti diversi in vari periodi.
Bibliografia
Mostra individuale di Serafino Macchiati, Sirio Tofanari, Mario Sotgia, Galleria Pesaro, Milano 1923, cat. mostra; XIV Esposizione Internazionale d’arte della città di Venezia, Premiata officine Ferrari, Venezia 1924, cat. mostra; Ugo Nebbia, La Quattordicesima Biennale Veneziana, in Emporium, giugno 1924, ill. p. 360; Terza Biennale Romana. Esposizione internazionale di Belle Arti, Pinci, Roma 1925, cat.; Museo Nacional de Bellas Artes, Buenos Aires 1924; Museo Nacional de Bellas Artes, Lima 1926; La Nación, 26 settembre 1924, ill. p. 17; El Bogar, 4 luglio 1924, ill. p. 82; The Sphere, 4 settembre 1926, ill. p. 292; Sirio Tofanari. Sculptures d’animaux, E.Ariani, Firenze 1928, ill.; Galileo Chini – Sirio Tofanari, cat. mostra (Galleria Vitelli, Genova e Casa d’arte, La Spezia, 1932), ill.; Daniele Crippa (a cura di), Le sculture di Sirio Tofanari, cat. mostra (Monte- catini Terme, 2001), ill. p. 32 (prestito di Francesco Carraro).