Gino Severini
Polittico Garagnani

Il cosiddetto Polittico Garagnani deve il suo nome all’omonima autorimessa romana dove Severini realizza un monumentale pannello decorativo su una superficie a calce rasata, dipinto in parte a fresco e in parte a secco con rifiniture a tempera. Con la demolizione dell’autorimessa, il dipinto murale viene rimosso e venduto, entrando a far parte della collezione Carraro. Da quel momento, il polittico è conservato in un deposito e mai esposto se non solo solo attraverso la riproduzione fotografica in bianco e nero pubblicata nel catalogo delle opere dell’artista.
Le operazioni di stacco suddividono il dipinto in cinque pannelli, che sono poi montati su telai in alluminio alveolato e connessi con un sistema a incastro. Il recente intervento di restauro non mette in luce la presenza di un disegno preparatorio sottostante, ma evidenzia l’irregolarità gestuale delle linee tracciate da Severini a mano libera, senza l’uso di squadre o di regoli.
Per questa commissione, Severini immagina un lungo paesaggio composto da un gruppo di case e da un’architettura classica in rovina, racchiuso tra alberi che fungono da quinte scenografiche. L’artista ricorse a una vivacità cromatica e a motivi stilistici elaborati nel corso degli anni Cinquanta, fondendoli con scomposizioni e semplificazioni lineari di ispirazione cubista, recuperando temi, tecniche e linguaggi già sperimentati in precedenza. Severini rilegge gli spunti derivati dalla pittura postimpressionista, fauve, cubista e futurista con maggior maturità e chiarezza, aggiornandoli sulla base di nuove esigenze espressive.
Bibliografia
Daniela Fonti (a cura di), Gino Severini. Catalogo ragionato, Edizioni Philippe Daverio, Mondadori, Milano 1988, p. 563, cat. 966.