Ercole Barovier
Piccione in vetro Primavera, finiture in vetro nero
La poetica semplicità di un uccello immaginario, eseguito con una materia a sua volta immaginaria, unica, irripetibile.
– Franco Deboni
Piccione in vetro Primavera, finiture in vetro nero
Alla Biennale di Venezia del 1930 i Fratelli Barovier presentano una serie di vetri eseguiti in uno strano materiale lattiginoso, dalla trama simile al craquelé della ceramica. Tra di essi spicca una figura di piccione con zampe e dettagli in pasta nera, titolato Primavera. I critici acclamano da subito la serie di vetri, in particolare la figura di piccione viene riprodotta nelle principali riviste d’arte, al punto che si inizia a chiamare Primavera non l’opera singola, ma la strana qualità di vetro con cui era stata realizzata.
Si tratta di una delle prime straordinarie creazioni della fervida mente di Ercole Barovier, autore di migliaia di modelli in centinaia di tecniche diverse. Per Barovier la fonte principale d’ispirazione per fare vetro artistico è la fornace. L’artista deve assistere costantemente il vetraio, che ha il compito di interpretare fedelmente non solo il disegno, ma anche l’anima dell’ideatore. Un’idea che ben sintetizza l’essenza stessa dell’arte vetraria a Murano.
Inedito
