Conosciuto per la sua pittura metafisica, ricca di richiami classicisti, Giorgio de Chirico pone un’importante riflessione sul contenuto filosofico di ogni singola opera, intesa come l’espressione di un’idea.
Nasce a Volos, dove il padre ingegnere lavorava alla realizzazione delle ferrovie greche. L’infanzia e la prima adolescenza in Grecia lasciano in lui una costante nostalgia per lo stile classico raffinato negli studi accademici monacensi con Arnold Böcklin e Max Klinger.
Dopo una breve permanenza tra Milano e Firenze De Chirico si trasferisce a Parigi nel 1910, dove vive anni decisivi per la sua carriera. Qui frequenta artisti e intellettuali come Apollinaire, Picasso, Max Jacob. Allo scoppio del primo conflitto mondiale rientra in Italia dove prosegue e precisa quell’originale tendenza pittorica sospesa tra realtà e sogno, definita Metafisica. A partire dai primi anni Venti, de Chirico si accosta al movimento di Ritorno all’ordine, ponendo un serrato confronto con la storia dell’arte e la storia in generale.
Nella Notte di Pericle (1927), opera presente in Fondazione, si assiste al ritorno ai temi visionari della Metafisica, rendendosi sempre più vicino a una meditazione sull’antico. Questa tendenza si rafforza nel tempo sino a privilegiare nel Secondo dopoguerra un paesaggio inattuale, antistorico e nostalgico, basato sui valori della pittura antica e sulla tarda riedizione di temi legati al periodo giovanile della sua pittura metafisica.