Fulvio Bianconi

Padova 1915 — Milano 1996

Tra i massimi grafici e designer italiani del dopoguerra, Fulvio Bianconi mostra un'incredibile predisposizione per il disegno che influenza le sue opere vetrarie. La sapienza dei contrasti di colore, le trasparenze fra i tasselli opachi e l’uso di effetti cromatici danno l’impressione che i suoi vasi siano suggestive tele pennellate.

Studia a Venezia alla Scuola d'arte dei Carmini e lavora a fianco di Michele Pinto come apprendista decoratore. Inizialmente opera nel nord Italia e nell'Istria, decorando chiese ed eseguendo ritratti. Nel 1933 diventa grafico presso la Mondadori e altre case editrici. Durante la Seconda Guerra Mondiale presta servizio militare e si sposta tra Francia, Milano e Roma.

Nel 1947 l’azienda produttrice di profumi Gi.Vi.Emme commissiona a Bianconi di disegnare i nuovi flaconi. È proprio in quel periodo che nasce l’amore per il vetro, scoperto lavorando presso la fornace Venini a Murano. La lunga collaborazione con Paolo Venini lo porta alla creazione di pezzi iconici del marchio: i Fazzoletti (1948), le Figure della Commedia dell’Arte (esposte nel 1948 alla Biennale di Venezia), il Tiepolo, le Sirene, i Pezzati, i vetri a macchie, i Forati, gli Scozzesi. Infaticabile sperimentatore di nuove e antiche tecniche di lavorazione del vetro, ama lavorare accanto ai maestri in fornace. La sua produzione fantasiosa dai vivaci colori esprime tutta la gioia di vivere anni Cinquanta e contribuisce all’affermarsi del vetro veneziano anche in ambito internazionale.

Stabilitosi a Milano lavora come grafico presso aziende come FIAT, Marzotto, Pirelli, Rai, HMV e le principali case editrici. La sua carriera prosegue come direttore artistico della Garzanti dal 1950 al 1975. Nel 1957 interrompe il sodalizio con Venini dopo alcune controversie sull’attribuzione di paternità delle opere da lui eseguite. Si dedica così personalmente alla creazione e distribuzione di vetri, collaborando con numerose fornaci muranesi.